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THE SPIRIT Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 2 gennaio 2009
 
di Frank Miller, con Gabriel Macht, Samuel L. Jackson, Scarlett Johansson, Eva Mendes, Sarah Paulson, Paz Vega (Stati Uniti, 2008)
 
Prende o lasciare. E non è che sia una novità, già succedeva con l'operazione precedente di SIN CITY (2005), quando Frank Miller traduceva per il grande schermo (ma con la co-regia di Robert Rodriguez e la supervisione di Tarantino) l'universo delle sue strisce cult di Batman o Daredevil. Ora adatta per il cinema le avventure dell'Uomo Mascherato a caccia dei criminali che infestano la sua adorata Central City e che fecero le fortune dei mitici fumetti firmati da Will Eisner nel 1940. L'inventore del romanzo grafico riproposto da qualcuno che è indubbiamente un suo degno continuatore. Qualcuno che, in quell'universo urbano glauco, discretamente opprimente quanto magistralmente iperstilizzato sugli sfondi monocromatici dai quali sboccia improvvisamente lo scarlatto allusivo del sangue o anche più banalmente quello della cravatta dell'eroe, ci sguazza magistralmente. Un'estetica sapiente che basterà probabilmente ad incantare l'appassionato dei comics giunto per “prendere”. Ma è quello cinefilo che arrischia, ahimè, di lasciare.

Perché l'esaltazione grafica, l'esasperazione delle convenzioni di un genere in chiave puramente formale, un certo gusto per la sfida estetica sfrontata, per generosa che sia, non riuscirà mai a fare un film. Le tavole e la tecnica del cartoon saranno anche saggiamemte riprodotte, ma a un film, soprattutto ad un noir con il suo corollario di super dark ladies e di supercattivi (non a caso due potenziali come Scarlett Johansson e Samuel L. Jackson sbolliscono dopo poche apparizioni), occorre la progressione drammatica di una sceneggiatura, dei dialoghi e una direzione di attori che restituiscano l'ambiguità o il doppio senso delle situazioni. Lo sguardo di un regista che renda coerente (e comprensibile) l'evoluzione di una storia anche fantastica.

Se l'overdose patinata di THE SPIRIT arrischia di sconfinare nella raffinatezza furba che ormai poco concilia al desiderio dei messaggi pubblicitari (nemmeno sublimali perché Campari o Bulgari sono citati esplicitamente) è la fusione tra i due generi che non funziona. A quel punto è inutile che ci facciano sapere che l'innovazione del film consiste nell'aver girato davanti ad uno schermo verde sul quale aggiungere in seguito sfondi ed immagini di sintesi. O che per non scalfire l'invera strabordante carica sexy di Eva Mendes, nelle numerose sequenze sottomarine la bella è stata imbrigliata e sospesa per aria, filmata con una nuova cinepresa numerica ad altissima velocità generalmente impiegata a fini scientifici, senza utilizzare una sola goccia d'acqua.


   Il film in Internet (Google)

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